Italia mia

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I 163 anni dell'Unità d'Italia

Il 17 marzo 2024 abbiamo celebrato i 163  anni che ci separano dalla ricorrenza dell’Unità d’Italia. Siamo stati sempre poco propensi a ricordare l’evento con la solennità che gli spetterebbe e le ragioni, oggi, forse sono nella difficile situazione del nostro Paese, dell’Europa e di tante altre parti del mondo che inducono a riconsiderare la maturità delle forze politiche, non solo italiane, ma europee. Esse, tra cadute e debolezze, stentano a marcare questo passaggio della storia con uno slancio capace di voltare le spalle al compromesso che certifica tanta azione di governo come azione dalle conseguenze penose. Ci troviamo ancora a parlare delle “piccole patrie”, di un Sud immobile e sinonimo di una terra dove Cristo non si è fermato rispetto ad un Nord sinonimo invece di civiltà, buon governo, solidità. Dai partiti, che oggi hanno il dovere della buona politica e che si rappresentano come cultrici della Patria, ci aspettavamo di più e di meglio: rispetto della dignità del popolo italiano inteso nella unità d’intenti e di destino. Infatti esso quasi totalmente dipende dalla capacità di realizzare una politica ispirata alla giustizia sociale sensibile ai più deboli, rispetto alla rappresentazione di un Sud parte “debole” del Paese.