27 gennaio 2024: Giorno della Memoria

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Il ricordo ci impegna a fare i conti con ciò che è stato

La memoria del tempo in cui viviamo ci spinge inevitabilmente a fare i conti con ciò che è stato e ciò che è da venire. Almeno come lo desideriamo. Il ricordo, dunque, non è un’operazione neutra in quanto ci impegna a fare i funambuli sulla corda tesa del tempo.

Il 27 gennaio del 1945 i soldati dell’Armata Rossa entrarono nel campo nazista Auschwitz – quello con la scritta “Arbeit macht frei” – che era già stato evacuato. Quel giorno finì ufficialmente il più grande omicidio di massa della storia avvenuto in un unico luogo: trovarono circa 7 mila prigionieri, ebbero la conferma dell’uccisione di massa di centinaia di migliaia di persone e videro ciò che nessuna mente umana sarebbe riuscita ad immaginare perché nella storia non c’è altra unità di confronto. Di fronte all’orrore “Anche il cielo a volte sprofonda e precipitano sulla terra le stelle. Frantumeranno lei e noi insieme. Sarà forse domani quel giorno”. (B. Brecht, Il postero).