Santa Caterina da Siena

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La donna cui obbedivano i potenti

Caterina era una analfabeta e, per la mentalità di allora, una donna “senza qualità” se non quelle che la adibivano al servizio. Eppure fu donna che dialogava con i potenti, nobili, uomini politici ed ecclesiastici, compreso papa Gregorio XI, ai quali dava consigli spirituali ed anche ammonimenti e, con espressioni tonanti, li invitava alla “virilità” delle scelte e delle azioni. A Caterina potremmo applicare l’espressione del Salmo 69 che recita: “Lo zelo della tua casa mi divora”, in quanto è tra le anime che, in tutti i tempi, più hanno amato, sofferto e lavorato per la Chiesa in uno dei più drammatici momenti della sua storia. Scrive nel Dialogo: «Levandosi una anima ansietata di grandissimo desiderio verso l’onore di Dio» rivelando l’impetuoso levarsi dell’anima bruciata dall’amore, appunto dallo zelo, per la casa del Signore.

Nell’ areopago dei Dottori della Chiesa, Caterina risalta per alcuni aspetti della sua personalità: impulsiva e imperiosa, radicale e contraddittoria che Johannes Joergensen, scrittore e poeta danese convertito al cattolicesimo, autore della prima biografia storica sulla Santa, sottolineava come “nella natura energica della Senese v’è un certo spirito di dominio” da  renderla in qualche modo figura “atipica” nel panorama della santità al femminile. Caterina è tra le molte “visionarie” ispirate e mistiche che   hanno implorato la riforma della Chiesa, inaugurato nuove forme di vita religiosa e che hanno dato l’esempio di un coraggio inflessibile e della più totale abnegazione.