Messaggio di S.E.M. Matteo Zuppi , Arcivescovo di Bologna

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in occasione del Te Deum-31.12.2020

Ringraziare, dopo tutto quello che è successo?  Il nostro vittimismo ci porta sempre a lamentarci,  a chiedere ragione ed esigere  soluzioni! Questa sera ringraziamo! Ringraziamo Dio per il tanto amore dimostrato nella pandemia, in questo anno così difficile. Non ci ha abbandonato nella prova e ci  insegna  ad affrontarla  vivendola con noi  e trasformandola  in opportunità di bene! Conservo negli occhi e nel  cuore la gioia e la consolazione contemplata nella processione di rientro della sacra immagine della  Vergine di S. Luca,  che ha attraversato le strade della nostra città e Maria ci  porta sempre Gesù! Stasera noi  ringraziamo, ringraziamo perché abbiamo capito quanto  il Signore ci è stato vicino, abbiamo capito quanto  l’isolamento non si deve mai trasformare  per nessuno in solitudine!  Io sono costretto ad essere isolato perché essendo positivo al  Covit qui debbo stare e da qui non mi muovo,  ma l’isolamento non diventi  mai solitudine!  E quante volte gli uomini e donne isolate   finiscono poi  per essere  sole e questo non va mai bene perché la solitudine toglie, proprio come il virus,  il gusto delle cose; l’olfatto, che fa sentire il profumo dell’amicizia,  spegne tutti i sensi della vita. Combattiamo la solitudine con l’arma di Dio, con l’arma che Dio  ci ha affidato, l’AMORE! E ringraziamo Dio perché mai  in questi mesi abbiamo capito, non abbiamo sentito il suo amore!  Anzi  proprio in questi mesi abbiamo visto   la vicinanza del Signore, che ha anche riavvicinato tanti,  che lo avevano dentro, che non sapevano come incontrarlo ed io desidero che tutti quelli che si sono  riavvicinati possano incontrare delle  comunità accoglienti con le quali camminare assieme per scoprire   la presenza di Gesù pellegrino nelle nostre strade   e nei nostri cuori. Dio dov’era? Lui era nelle corsie dei nostri ospedali, nelle nostre case, piene  di paura, a fare compagnia ai nostri cari quando noi non potevamo essergli  vicino; era accanto a noi, nelle strade buie dello  sconforto, sì perché Dio non è un idolo, un incomprensibile potere da convincere oppure  un’indefinita e neutra  identità con cui rapportarsi! Dio è un Padre, innamorato, che manda il Figlio per generarci a figli , perché non siamo orfani perduti  nel non senso. Allora ringraziamo! Per il suo amore, che è sceso nei nostri cuori  curando le ferite profonde del cuore! Nelle povertà che si spalancano come un baratro e  cambiano la vita ordinaria di tanti! Che poteva fare di più  se non darci una prova  così grande del suo amore? Lui non è rimasto a riva a dirigere il traffico,  a dare buoni consigli, ad approfittarsi della situazione per  dimostrare la sua forza o a guardare giudicando le nostre reazioni. Lui è salito  sulla barca, con noi, per affrontare questa e  tutte le tempeste per aiutarci ad affrontarle  ed avere  Speranza. Ecco sconfigge la paura, guardate, chi sa che c’è una casa in Cielo e chi pensa al futuro e  semina sulla terra il  seme dell’amore. E desiderio del  Cielo e di una terra piena d’amore sono molto collegati! Chi ama il Cielo, ama la Terra! Sappiamo che  al termine dei nostri giorni, che sono sempre così pochi, quello che porteremo con noi in Cielo e quello che portiamo sulla terra, sarà sempre solo quello che abbiamo lasciato, l’amore che abbiamo donato! E’ necessario allora che nella pandemia, nelle  difficoltà che abbiamo affrontato e che affronteremo, seguiamo  sempre la presenza  del Signore e quello  che il Signore  ci consiglia: di volere bene! che è così necessario in questo tempo così difficile! Allora non servono opportunismi, convenienze individuali ma il senso della Storia, di essere una comunità , una comunità di destino, serve  il dono di sé. Serve la serietà! È necessario un clima di dialogo, come quello che dopo la guerra ispirò la Costituzione nel nostro Paese perché possiamo confidare nelle istituzioni  che ci rappresentano,  che siamo anche noi, non tutti uguali, ma tutti FRATELLI! In giorni così decisivi dobbiamo essere decisi, decisi al bene di tutti perché abbiamo capito che le scelte private ed individuali di ciascuno hanno una conseguenza pubblica su tutti e viceversa! Allora i prossimi mesi condizioneranno il futuro dei nostri figli e questo ci chiede di trovare il meglio di noi stessi per superare i calcoli, gli ideologismi e perché il  Vangelo  ispiri le scelte  per   difendere  la sacralità di ogni persona e  dare speranza per il  futuro! L’amore ci riempie di passione per  costruire una  casa solida  per tutti  ed è per questo  che  non possiamo rimandare o lasciare le cose a metà, come spesso il narcisismo porta a fare! Occorre ad esempio  prevedere gli impatti dei licenziamenti, dei fallimenti, dare dignità al lavoro, fare in modo che ogni  lavoro sia regolarizzato e stabile, insomma cercare un sistema che protegga le vite di tutti ,a cominciare da quella degli anziani  nel  luogo primitivo, che è la casa! Tutto ciò  guardando i cittadini, la vita degli  uomini   e le tante sofferenze che l’attraversano  e che in esse si nascondono. Io ringrazio le straordinarie capacità di amore e di donazione di sé  che abbiamo visto in questi mesi difficili! Voglio però che la Chiesa sia una Madre premurosa, vicina, accogliente, coraggiosa, forte! La Chiesa è Madre di tutti ed insegna ad amare Dio ed il prossimo! A pregare ed a essere solidali! Nessuno sia solo e  tutti trovino sempre qualcuno che abbia voglia, senza che sia richiesto,  di fare un brindisi   con lui e che nessuno sia solo! Come ha detto quell’anziano: ”Io non  posso fare il brindisi da solo!“. Ha ragione! Io vorrei per quest’anno chiedere un impegno che ci aiuti a vivere bene  e quest’anno, tutto ciò ce l’ha  indicato, a mio parere, Papa Francesco, ed è la gentilezza! La gentilezza  che cambia tutto se  c’è e quando non c’è. La gentilezza non è condizionata alla reciprocità: sono gentile perché l’altro è gentile! no! sono gentile ma la mia gentilezza  disarma l’aggressività, orienta  l’altro che è confuso,  dà forza agli incerti, rincuora i fragili! È un regalo la gentilezza che fa stare meglio; ci sono persone che scelgono la gentilezza e – dice Papa Francesco – diventano  stelle in mezzo all’oscurità. Io ricordo, quello che è stato gentile, io vado da quello lì perché mi tratta bene! Quindi c’è bisogno di questo  soprattutto di fronte a tante solitudine ed è un modo per fare sentire a casa, per fare sentire importanti, per dare  valore, per trasmettere  calore ed anche per liberare da tante ossessioni  che la solitudine genera nei cuori delle persone e poi  sentite,  Dio è gentile con noi, anche se a volte non lo meriteremmo! Ma se noi vogliamo essere gentili, Lui ci aiuta ad esserlo e quindi tutti possiamo esserlo! Ecco, abbiamo tanto da costruire, abbiamo voglia  di futuro, abbiamo voglia di  figli  perché questi  ci danno la passione per  costruire una casa per tutti! Questa è la volontà di Dio! Quindi, guidaci tu,  Luce gentile, nel buio e nelle tenebre! Speranza dei nostri giorni! Amore che non finisce! Grazie Dio, la  tua gioia è la nostra forza! Allora ringraziamo il Signore ed Auguri!

5.1.2021 (sbobinatura,  non rivista dall’autore, a cura di Nadia Lodi)