Referendum sulla diminuzione del numero parlamentari

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 Intervento di Mauro Zampini (segretario generale della Camera 1994 -1999, prefetto 1999 - 2007; consigliere di Stato 2007 - 2015) a Radio Radicale

Ci stiamo avviando alla vita di prima, qualcosa si perderà di questi tre mesi quella unità spontanea e naturale che una comunità trova nei momenti del pericolo. La politica è già in agguato per fare la sua parte per spazzare via questo clima di unità: il due giugno la festa dell’Unità nazionale è andata in scena la prima prova generale: la gente in piazza come prima attorno al suo leader. Un attimo e saremo in piena campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative regionali e comunali ma anche per confermare o respingere la legge costituzionale che taglia d’un colpo trecento cinquantatré deputati senatori. Premessa necessaria il numero dei parlamentari non è un dogma intoccabile ma non può essere nemmeno numero tirato a sorte: è il frutto di una serie di fattori di valutazioni che hanno dei contenuti e dipende dall’importanza che alla funzione parlamentare in un sistema, soprattutto in un sistema parlamentare come il nostro, si assegna; alle modalità con le quali è stata svolta in passato la funzione, cosa significa oggi, come sia venuta modificando nel tempo, all’ attualità stessa di quella funzione, alla qualità del suo interprete (il parlamentare), l’autonomia del suo potere, alle modalità di selezione dei rappresentanti connesse con le diverse leggi elettorali e addirittura alla morfologia di un territorio. Infatti la rappresentanza in un territorio compatto ha esigenze diverse che non in un territorio lungo e stretto come l’Italia. L’ unica reale motivazione recata dal ministro Fraccaro del taglio è l’eliminazione di trecentocinquanta fannulloni senza specificare cosa distingua questi tre cosiddetti fannulloni dagli oltre seicento che rimangono. Il movimento promotore ha una concezione della funzione parlamentare assai limitata rispetto a quella prevista dalla nostra Costituzione dai vecchi padri costituenti Mortati in compagnia di Enea ed anche dal confronto con altri sistemi Parlamenti specie i sistemi presidenziali e semipresidenziale. Anche l’asserita maggiore efficienza che deriverebbe dalla diminuzione non è dimostrabile mentre una cosa è certa questa legge riduce la rappresentatività del Parlamento. A questo ha già provveduto la politica togliendo agli elettori una scelta di deputati e senatori e nominandoli. La campagna referendaria e rischia di essere un minuetto quasi silente tra gentiluomini d’ altri tempi dall’ esito già scontato in tema di cui nessuno ha voglia di parlare se questo non succederà se del referendum saranno costretti ad occuparsi tutti i partiti e quindi dare la consultazione la veemenza di ogni confronto dei tre partiti nel nostro Paese in quest’ epoca il merito sarà dei coraggiosi comitati referendari soprattutto di quelli per il no. Costringerà soprattutto il partito democratico a fare pubblicamente una scelta tra il prevalere del vincolo di maggioranza che peraltro non viene richiesto e la difesa della Costituzione repubblicana dallo sfregio privo di contenuti non propagandistici ricordiamo come il Partito Democratico avesse votato contro l’amputazione del Parlamento nelle prime letture da oppositore del governo Gialloverde cambiando repentina repentinamente idea e voto o almeno il voto nelle letture finali. Oggi qualsiasi sia la scelta il partito democratico lo dovrà fare l’alta voce pubblicamente senza occultarla dietro gli schiamazzi che si rivelano nelle campagne comunali regionali comunque sia sarà un’occasione per gli elettori che vedono nel PD l’erede delle due correnti politiche protagoniste dei primi quarant’ anni di Repubblica. Sarà un momento della verità per lo stesso partito democratico che dovrà sciogliere i propri dubbi dare o meno un di un corso diverso la sua piccola politica di questi tempi porsi l’esigenza di ritrovare unità dei partiti almeno di quelli di maggioranza attorno alla Costituzione attorno ad un Parlamento davvero legislatore rispetto pieno del principio di separazione dei poteri: la Costituzione prima del Governo, scegliere di dare carattere organico l’ attuale alleanza significa rinunziare a porsi come residuo baluardo a difesa delle nostre istituzioni. L’operazione sui vitalizi non è stata come voleva significare l’eliminazione dei privilegi di qualche generazione di parassiti ma il simbolo feroce dell’ingresso in una Terza Repubblica nemica del Parlamento estranea la Costituzione attraverso la gogna di generazione dialetti dell’Italia eletti per davvero come non capita quasi più da circa tre lustri.
Questa è la posta in palio: se il compromesso all’interno della maggioranza, elemento proprio della politica, possa superare i programmi della politica stessa ed estendersi fino a toccare i principi e le basi della Costituzione non attraverso la le procedure di revisione della Costituzione ma con la forza della ritorsione attraverso la minaccia di far cadere il governo.

https://www.radioradicale.it/scheda/607656/istituzioni-e-politica?i=4135743