Dall’introduzione di Maria Angela Giorgi Cittadini

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    Incontro Maria Chiaia: una visione tra passato e futuro – 30 gennaio 2020

    L’incontro di oggi è la risposta a un bisogno emerso dal profondo del cuore, che ha incontrato il concorde sentimento di affetto di quanti hanno conosciuto Maria Chiaia.

    Ricordare la sua persona, la sua vita, il suo impegno, il suo pensiero, tutto quello che lascia all’associazione è complesso. Rimarranno fuori tante cose, ma la mia piccola e sentita memoria vuole rappresentare quanto il suo pensiero e il suo agire siano attuali e siano come una strada tracciata.

    Maria è stata Presidente Nazionale del CIF, Responsabile Italiana della Lobby Europea delle Donne, Membro della Commissione Nazionale la Parità presso la Presidenza del Consiglio; ha fatto parte della Delegazione Italiana alla Conferenza di Pechino (1995), ma in me, come in molte di noi, rimarrà il ricordo della sua voce sempre pacata, dei suoi suggerimenti, del profondo rispetto che nutriva per tutte e tutti.

    Quando si parlava con lei, si rimaneva sorpresi dalla sua apertura e disponibilità, dalla ricchezza e profondità di pensiero. Proprio questo suo essere, che si sentiva carico di affetto e soprattutto sostenuto da una grande fede, faceva di lei un’amica speciale, non solo mia, ma di tutta l’associazione e di chiunque si rivolgeva a lei.

    Fin dalla sua gioventù (nella FUCI) avvertì l’esigenza di misurarsi sui temi della coscienza civile, della libertà, della laicità, del senso dello Stato. Il suo costante bisogno di confronto con la realtà sociale l’ha condotta verso la dimensione politica e in questo suo percorso ha incontrato il CIF e da allora il CIF è stato per lei la sua grande “famiglia” cui ha dedicato il suo sapere, il suo impegno, la sua sensibilità di “donna sempre in cammino” come è stata da alcuni definita.

    Negli anni della sua Presidenza l’Associazione ha raggiunto livelli di visibilità e di rappresentanza di grande significato, ma sono stati anche anni carichi di problemi.

    Pur tra le contraddizioni di realtà sociali e politiche, che sembravano chiuse alla speranza, ci spronava a non rimanere fuori dalla storia, ma a cogliere e valorizzare i fermenti di novità che attendevano anche il contributo del pensiero, della volontà e del servizio delle donne del CIF.

    Nel tempo che viviamo oggi , sentiamo il suo insegnamento come un contributo di chiarezza, di concretezza e di realismo che ci invita a continuare con determinatezza come donne costruttrici di solidarietà, di intese e di unità nei diversi contesti .

    La sua consegna spirituale per tutte è racchiusa nel recupero di un impegno che è civile, sociale, culturale e politico e che deve attingere alla fede come garanzia di crescita e di proiezione verso il futuro.